Bonus stufe: quali sono i requisiti e come ottenerlo

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Scegliere di installare una stufa per riscaldare la propria casa è considerata una scelta green e rispettosa dell’ambiente, in quanto permette di sostituire o integrare apparecchi inquinanti con sistemi ad energia pulita e meno impattante. Proprio per questo l’opzione di montare una stufa è incentivata dallo Stato grazie ad una serie di misure fiscali.

Prima di procedere con la spiegazione dei vari incentivi fiscali è bene fare una parentesi su quali tipologie di stufe possono usufruire di tali sconti e quali sono le loro caratteristiche.

Installare una stufa a pellet o a legna?

L’installazione di una stufa, che sia a pellet o a legna, ha sicuramente delle ripercussioni positive sul bilancio familiare. Infatti la loro installazione permette un risparmio pari al 50% rispetto al metodo tradizionale. Ma la scelta di quale tipologia di stufa scegliere non è sempre semplice. La stufa a pellet e quella a legna non sono uguali, sono molti i fattori da considerare: efficienza energetica, costi di acquisto, consumo energetico e impatto ambientale.

Stufe a pellet: caratteristiche e vantaggi e svantaggi

  • Utilizzo del pellet, un materiale composto da segatura di legno e scarti di forma cilindrica, di origine naturale ed ecologica, con elevato rendimento termico e un potere calorifico maggiore del legno;
  • Minima produzione di ceneri e scarti;
  • Costo di acquisto di sacchi di pellet conveniente e facilmente reperibile, circa la metà di altri combustibili fossili;
  • Permette di programmare e regolare l’accensione del dispositivo mediante una scheda elettrica, anche a distanza;
  • Ideale anche per locali di piccola metratura;
  • Il costo di acquisto dell’apparecchio, se dotato anche di accensione a distanza, è maggiore rispetto ad altre soluzioni. Ma ben bilanciato con l’ottimizzazione dei consumi;
  • Come contro ha sicuramente il fatto di non ricreare la stessa atmosfera calda e accogliente di una stufa a legna.

Stufe a legna: caratteristiche e vantaggi e svantaggi

  • La stufa a legna regala un piacere olfattivo, estetico e un’atmosfera unica e non ripetibile da altri apparecchi;
  • Utilizza ciocchi di legno, facili da reperire soprattutto per chi abita in campagna o nei pressi di un bosco;
  • È altamente ecologico e green: la CO2 che viene rilasciata nell’aria è la stessa che viene prodotta dalla legna che marcisce in natura;
  • Il fuoco prodotto dalla legna non secca l’aria della stanza, permette quindi di mantenere sempre costante il tasso di umidità;
  • Non produce rumori, se non il crepitare del fuoco;
  • Adatto ad ambienti di dimensioni generose, contrariamente non adatto ad ambienti piccoli;
  • La regolazione a distanza non è consentita, ovviamente, così come non si può regolare l’intensità e la temperatura dell’ambiente.

Tirando le conclusioni, la scelta tra le due tipologie di stufe deve essere analizzato secondo i punti detti precedentemente: a livello di efficienza energetica il pellet è sicuramente migliore, ma a livello di costo conviene la stufa a legna, il pellet è più pulito e compatto, ma la stufa a legna crea atmosfere inimitabili. La scelta è dunque soggettiva, tenendo sempre presente i PRO e i CONTRO di ognuna.

Bonus stufe: detrazioni fiscali

Scelta la tipologia di stufa che più ci aggrada, è bene soffermarsi ora sulle agevolazioni fiscali presenti.

Le detrazioni fiscali, più volte prorogate nel tempo, sia per le stufe a pellet che per le stufe a legna, consistono in differenti tipologie di detrazione: Irpef al 50% o al 65% oppure in un contributo diretto in caso di sostituzione, definito conto termico. Inoltre il bonus stufe rientra nell’incentivo Superbonus 110%.

Bonus Stufe: detrazione al 50 per ristrutturazione

La detrazione al 50% equivale al noto “Bonus Casa” o “Bonus ristrutturazione” e si applica per l’acquisto di stufe nuove, sia a pellet che a legna, con un rendimento minimo non inferiore al 70 % dell’intera abitazione. L’ottenimento di questa tipologia di detrazione fiscale viene erogata se, insieme alla fattura di acquisto della stufa, viene allegata anche la dichiarazione di prestazione energetica da parte del produttore della stessa. In questo caso la detrazione fiscale viene calcolata su un importo massimo di 96 mila euro, precisando che i lavori relativi all’impianto di riscaldamento devo avvenire in concomitanza con quelli sull’immobile.

Bonus stufe: detrazione al 50 o al 65 per riqualificazione energetica

La seconda tipologia di detrazione, il citato “Ecobunus”, si manifesta con due differenti aliquote a seconda della tipologia dell’intervento. La detrazione al 50% viene applicata nel caso di riqualificazione energetica legata al singolo impianto. La detrazione al 65% nel caso di riqualificazione energetica globale dell’edificio, ovvero su lavori effettuati sia sull’involucro che sugli impianti. Questo ultimo sconto può essere effettuato su spese che ammontano a massimo 30.000 euro. L’incentivo consiste in una detrazione Irpef, ripartita in dieci aliquote annuali di uguale valore per le spese sostenute all’interno dell’anno 2021.

Per accedere ad entrambe le tipologie di agevolazione la stufa, a pellet o a legna, deve dare un rendimento uguale o superiore all’ 85 % dell’intero fabbisogno e, in aggiunta, una certificazione ambientale di quattro stelle nel caso di sostituzione di un generatore a biomassa esistente o di cinque stelle nel caso di nuova installazione.

Bonus stufe: contributo conto termico

Questa tipologia di detrazione viene erogata nel caso in cui la stufa vada a sostituire un impianto di riscaldamento vecchio ed obsoleto. Il contributo “Conto termico” è un apporto in denaro, fino a 2300 euro, che viene erogato in un’unica soluzione e deve essere richiesto, online, al sito del GSE entro 60 giorni dall’installazione dell’apparecchio, allegando la certificazione di smaltimento del vecchio impianto.

Bonus Stufe: Superbonus 110

All’interno del super incentivo fiscale Superbonus 110 si parla anche dell’acquisto di stufe a pellet o a legna. La spesa relativa all’installazione di una stufa deve essere legata ad opere di ristrutturazione dell’immobile singolo o del condominio. Come previsto dal grande incentivo, la detrazione fiscale può essere utilizzata con lo sconto in fattura o la cessione del credito, come stabilito dalla Legge Bilancio 2022.

Bonus Stufe: proroga legge di Bilancio 2022

Ancora in fase di discussione da parte del Governo, la bozza della legge bilancio 2022 prevede una proroga per questa agevolazione che attualmente si arrestano al 31.12.2021.

Bonus stufe: visto e asseverazioni

Con l’entrata in vigore, il 12 novembre 2021, della Legge n°157 del 2021, contenete misure finalizzata a contrastare le frodi nel campo delle agevolazioni fiscali, l’ottenimento del bonus stufe si complica. Come detto precedentemente il bonus in oggetto può rientrare nelle agevolazioni fiscali di ristrutturazione e nell’Ecobonus. In quest’ultimo caso, al fine di ottenere lo sgravo fiscale, la strada è tortuosa ed in salita, poiché vi sono da rispettare dei requisiti tecnici specifici e deve essere effettuata una comunicazione all’ENEA. Lo stesso vale per la cessione del credito o lo sconto in fattura. Sebbene la legge di Bilancio 2022 abbia stabilito, ma non ancora confermato, che si potranno detrarre le spese sostenute per gli anni 2020, 2021 e successive, deve essere fatta comunicazione all’Agenzia delle Entrate entro il 16 marzo dell’anno successivo ed è stato introdotto l’obbligo di acquisire il visto di conformità e l’asseverazione di congruità dei prezzi.

L’Agenzia delle entrate ha però chiarito che per gli acquisti effettuati precedentemente al 12 novembre 2021, e già pagati, non saranno necessari né il visto né l’asseverazione. Nel caso invece di fattura precedente alla data sopra citata, ma non pagata saranno necessarie entrambe le dichiarazioni.

Documenti necessari per ottenere il Bonus stufe

Per ottenere il citato bonus è necessario rispettare determinati requisiti:

  • Certificato di conformità rilasciato dal tecnico installatore;
  • Bonifico parlante nel caso in cui il pagamento venga effettuato con questa formula, riportando i dati anagrafici di chi vende e chi compra e il corretto riferimento alla normativa;
  • Invio all’ENEA, entro 90 giorni, dei dettagli dell’intervento;
  • La spesa scontata del 50 o 65 % va suddivisa in 10 quote annuali da inserire nelle dichiarazioni dei redditi, indicanti i dati catastali;
  • Tutta la documentazione della stufa deve essere condivisa con chi si occupa della parte fiscale ed inviata all’Agenzia delle Entrate per il controllo.

Fatta questa panoramica generale sulle tipologie di stufe, sui possibili incentivi fiscali e su quali sono le procedure e i documenti da tenere in considerazione, è bene chiedere aiuto ad esperti e progettisti del settore per avere una migliore visione d’insieme e scegliere la tipologia più adatta alla propria abitazione.

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