Come combattere l’umidità in casa

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Nell’articolo di questa settimana affrontiamo una delle problematiche più comuni all’interno di un edificio: la presenza di umidità.

L’argomento è molto vasto e complesso, in quanto capire le cause e le conseguenze non è una cosa banale e semplice. Al contempo è però importante capirne la provenienza e sapere come affrontarlo, poiché la presenza di umidità è sinonimo di altre problematiche più complesse come condensa e muffe, e indirettamente patologie e malattie.

Cos’è l’umidità e quali sono le cause che la creano

In primis definiamo cos’è l’umidità: si tratta della quantità di vapore acque presente nell’atmosfera, in una sostanza o in un corpo. L’umidità è sempre presente all’interno degli edifici: nell’aria, sulle superfici degli oggetti, nelle composizioni dei materiali edili.
Si possono individuare due tipologie di umidità, quella relativa e quella assoluta, che dipendono da altri due fattori: la temperatura e l’umidità di saturazione. La prima non ha bisogno di chiarimenti, si tratta della temperatura dell’aria, mentre il secondo fattore indica la quantità massima di vapore che può essere contenuta all’interno dell’aria prima che questa si trasformi in acqua. Questi due fattori sono strettamente connessi tra loro, in quanto al variare della temperatura varia anche la quantità di vapore acqueo.

Quali sono le conseguenze dell’umidità negli edifici

Fatto un piccolo accenno su cosa sia l’umidità e le sue forme, ci possiamo soffermare su quali siano le principali conseguenze riscontrabili in edilizia.
Le tre principali conseguenze sono: i degradi delle strutture, la formazione di muffe e le condense.

I degradi delle strutture degli edifici

La presenza di acqua sulle superfici degli edifici, che si tratti di esterne o interne, e all’interno dei componenti edilizi, è la causa di molti degradi. Il degrado dei componenti edilizi non è quasi mai conseguenza diretta dell’umidità, è per questo che possiamo distinguere conseguenze dirette da conseguenze indirette.

Conseguenze dirette

Sono identificate come conseguenze dirette tutti quei fenomeni visibili ad occhio nudo:

  • Impregnazione, soprattutto nei materiali porosi,
  • Abrasione, dissoluzione e dilavamento, in materiali porosi, intonaci, pitturazioni,
  • Fratturazione, anche dovuto a pressioni idrostatiche, presenti nei calcestruzzi, pietre, laterizi e pavimentazioni;
  • Corrosione, ad esempio nei metalli.

Conseguenze indirette

Rappresentano tutti quei fenomeni visibili e non visibili che sono conseguenza della presenza di acqua. Tra questi troviamo.

  • Riduzione delle caratteristiche meccaniche dei materiali, la resistenza,
  • Riduzione della capacità isolante,
  • Degrado dovuto all’azione di agenti biologici, come muffe, alghe e piante.

Le condizioni che favoriscono la manifestazione di muffe

Tra le conseguenze visibili che maggiormente si riscontrano troviamo le muffe. Le muffe non sono altro che funghi che non eseguono la fotosintesi clorofilliana, indice per cui non hanno bisogno di luce diretta per vivere e soprattutto per riprodursi. Anzi, si trovano prevalentemente nelle zone d’ombra e maggiormente umide. Anche se non la vediamo, la muffa è presente, sottoforma di spora, anche nell’aria che respiriamo. Esse si trasformano in muffa visibile quando vi è una combinazione tra superficie disponibile e un’umidità d’ambiente superiore al 80%. Ecco perché è bene tenere basso il valore dell’umidità nell’aria e sulle superfici.

Conseguenze sui materiali e sulla salute dell’uomo

La formazione di muffa è pericolosa sia per i materiali su cui si formano, in quanto per vivere e riprodursi emettono degli acidi che vanno a sciogliere il materiale di supporto, ma sono molto nocive anche per la salute umana. Infatti producono le cosiddette “micotossine”, che possono produrre sulla salute umana le seguenti reazioni: allergie, irritazioni e infezioni.

La condensa superficiale e la condensa interstiziale

La condensa non è altro che il fenomeno che porta il vapore acqueo presente nell’aria a solidificarsi. Inoltre, questo fenomeno avviene quando la percentuale di vapore acqueo è superiore ad un certo valore. All’interno degli ambienti domestici questo fenomeno si presenta quando l’aria entra in contatto con una superficie fredda, come possono essere le pareti perimetrali non isolate o i ponti termici.

La condensa di per sé non è un fenomeno pericoloso, sono però pericolose le conseguenze che provoca: in primis la formazione di muffe e il degrado degli elementi edilizi.
Possiamo quindi identificare due tipologie differenti di condensa: superficiale e interstiziale.
La condensa superficiale, come dice il nome, è quella che si forma sulla superficie degli oggetti. Solitamente la troviamo sulle finestre, sugli specchi dei bagni dopo la doccia.
La seconda tipologia, quella interstiziale, avviene all’interno dei materiali porosi che, a contatto con l’umidità, la fanno penetrare al loro interno. Questo fenomeno porta ad una caratteristica tipica delle strutture edilizie: la traspirazione che se non viene controllata correttamente porta ad un ambiente insalubre. Questa tipologia di condensa è particolarmente dannosa per gli isolanti: infatti in presenza di acqua tendono a degradarsi molto velocemente e in modo non riparabile.

I ponti termici

Prima accennavo ai ponti termici, essi si manifestano in quelle zone confinanti con l’esterno e non correttamente isolate in cui sono presenti materiali con caratteristiche termoigrometriche differenti. Essi si verificano su travi e pilastri presenti nelle murature esterne, che hanno scarsa o poca capacità di isolare.

Accorgimenti per avere un edificio senza umidità

Dato che l’accumulo di umidità è un problema essenzialmente invernale, il modo più efficace per non avere problemi è arieggiare gli ambienti.

Altre soluzioni sono ricorrere a sistemi meccanici, come la ventilazione meccanica controllata, cioè un impianto che estrae aria viziata dall’ambiente interno e ne immette di pulita dall’ambiente esterno.

Altri accorgimenti possibili per evitare la formazione di muffa e umidità potrebbe essere l’utilizzo dell’isolamento a cappotto, pitture con nanotecnologie che aiutano a mantenere le murature a temperatura leggermente superiore.

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